Enorme è la confusione dentro i
capannoni Rimor. L'ultima scellerata operazione di acquisto di marchi stranieri
ha prodotto la prevedibile impossibilità da parte dell'azienda di pagare i
creditori, i quali hanno intrapreso una causa legale che ha di fatto bloccato
l'erogazione di fidi bancari a favore della Rimor. Lo scorso 8 luglio, per
arginare l'improvvisa mancanza di
finanziamenti, si è scelto di richiedere un Concordato in bianco. Questa
mossa oggi rischia di far chiudere definitivamente l'azienda, con incalcolabili
danni alla già fortemente indebolita produzione di camper e al relativo
indotto, creando migliaia di disoccupati (di nuovo) in tutta la Val d'Elsa. Sì
perchè la soluzione proposta dall'intelligence della Rimor ai sindacati per
gestire il concordato è sostanzialmente la creazione di un altro ramo
d'azienda alla quale cedere immediatamente parte del materiale, compresi
83 lavoratori (circa la metà del personale attuale, l'altra metà resterebbe
al proprio posto). Dunque i passati 6 anni di crisi del camper in Val d'Elsa
non hanno insegnato nulla, visto che si ripropone la stessa ricetta di sempre,
cioè il frazionamento della produzione, anziché cercare di unire le forze. Ma a
parte questo, il problema più impellente è che l' ipotetica azienda a cui
cedere la metà del personale all'oggi NON ESISTE! Si fanno i conti sulle spalle
dei lavoratori per assicurare profitti ai padroni, mettendo a serio rischio il
futuro di decine di famiglie valdelsane. A complicare la situazione si aggiunge
il fatto che la Rimor ha già 94 esuberi affidati alla cassa integrazione,
e dal primo di agosto di quest'anno scatterà la mobilità. Il disastro
produttivo ed occupazionale sembra non
avere fine! L'unica scelta possibile per limitare i danni e garantire un reddito ai lavoratori per
almeno 2 anni è usare i contratti di solidarietà, ora e subito, altrimenti
le conseguenze potrebbero essere difficili da affrontare.
Più in
generale la questione della crisi del settore camperistico in Val d'Elsa deve
essere presa sul serio dalle amministrazioni. Per 25 anni ci è stato raccontato
che le piccole aziende avrebbero portato ricchezza nel nostro territorio, il
risultato è stata una valanga di fallimenti, licenziamenti e trasferimenti alla
prima ventata di crisi, essendosi le nostre aziende dimostrate incapaci di
sostenere la concorrenza dei grandi gruppi europei. Si rende dunque necessario unire
le forze produttive! La politica deve incentivare la creazione di un consorzio
delle aziende del camper e del relativo indotto, favorendone l'accesso al
credito tramite gli strumenti esistenti, come Fiditoscana, che deve essere
usata di più e meglio, non soltanto per garantire una liquidazione ai
proprietari che vedono fallire la propria azienda. si devono attuare
contratti di lavoro unitari per tutta la filiera, assicurando futuro
all'occupazione e alla produzione in Val d'Elsa. In questo senso si è mosso
nella giusta direzione il recente Piano Strutturale del comune di Poggibonsi
che contempla la necessità di mantenere la destinazione produttiva di gran
parte della periferia della città. Se non ci muoviamo subito in tal senso
rischiamo di andare in contro, nel breve periodo, a una netta
deindustrializzazione del nostro territorio con pesanti ripercussioni sulla
ricchezza materiale delle famiglie.
Nessun commento:
Posta un commento